Guidebook for Monterubiaglio

Francesca
Guidebook for Monterubiaglio

Arts & Culture

Il museo comprende reperti antichi di età greca e corredi funebri etruschi, tra cui una raccolta di vasi attici a figure nere e rosse del VI-V secolo a.C., un monetiere e collezioni numismatiche. Al piano terra sono conservati i frontoni del tempio del Belvedere di Orvieto, la celebre Venere di Cannicella, statua trovata nel santuario, compreso all'interno della necropoli di Cannicella e il cippo a testa di guerriero proveniente dalla necropoli del Crocifisso del Tufo entrambe site nei dintorni della cittadina di Orvieto.
17 ντόπιοι το προτείνουν
Etruscan Museum "Claudio Faina"
29 Piazza del Duomo
17 ντόπιοι το προτείνουν
Il museo comprende reperti antichi di età greca e corredi funebri etruschi, tra cui una raccolta di vasi attici a figure nere e rosse del VI-V secolo a.C., un monetiere e collezioni numismatiche. Al piano terra sono conservati i frontoni del tempio del Belvedere di Orvieto, la celebre Venere di Cannicella, statua trovata nel santuario, compreso all'interno della necropoli di Cannicella e il cippo a testa di guerriero proveniente dalla necropoli del Crocifisso del Tufo entrambe site nei dintorni della cittadina di Orvieto.
La necropoli del Crocefisso del Tufo è una necropoli etrusca situata alla base della rupe di Orvieto, che raggiunse la sua massima estensione tra la metà del VI secolo a.C. e la metà del secolo successivo. La località prende il nome da un crocifisso cinquecentesco scolpito nel tufo e conservato in una cappellina sottostante la zona di San Giovenale. Le prime notizie di trovamenti nella zona risalgono alla fine del Settecento, ma informazioni più consistenti si riferiscono agli anni 1830-31, in occasione dei lavori per la via Cassia Nuova.
14 ντόπιοι το προτείνουν
Necropoli del Crocifisso del Tufo
Via Volsinia
14 ντόπιοι το προτείνουν
La necropoli del Crocefisso del Tufo è una necropoli etrusca situata alla base della rupe di Orvieto, che raggiunse la sua massima estensione tra la metà del VI secolo a.C. e la metà del secolo successivo. La località prende il nome da un crocifisso cinquecentesco scolpito nel tufo e conservato in una cappellina sottostante la zona di San Giovenale. Le prime notizie di trovamenti nella zona risalgono alla fine del Settecento, ma informazioni più consistenti si riferiscono agli anni 1830-31, in occasione dei lavori per la via Cassia Nuova.
Alla fine degli anni settanta, alcuni speleologi orvietani hanno ritrovato un incredibile mondo sotterraneo che era stato scavato, utilizzato e poi dimenticato nel corso dei secoli: un oscuro labirinto articolato in oltre 1200 tra grotte, cunicoli, pozzi, cisterne. Una fitta rete di passaggi sotto la città, creati dall’uomo, picconata dopo picconata, in quasi tre millenni di ostinato e continuo lavoro, dagli Etruschi fino al XIX secolo. Oggi il percorso guidato si snoda nel cuore di queste cavità dove sono visibili ancora emozionanti tracce di antichità di epoca etrusca e medievale: in particolare sono di grande interesse i “colombai” ed i resti di un intero frantoio medievale completo di macine, pressa, focolare, mangiatoie per gli animali addetti alle macine.
32 ντόπιοι το προτείνουν
Υπόγειο Orvieto
23 Piazza del Duomo
32 ντόπιοι το προτείνουν
Alla fine degli anni settanta, alcuni speleologi orvietani hanno ritrovato un incredibile mondo sotterraneo che era stato scavato, utilizzato e poi dimenticato nel corso dei secoli: un oscuro labirinto articolato in oltre 1200 tra grotte, cunicoli, pozzi, cisterne. Una fitta rete di passaggi sotto la città, creati dall’uomo, picconata dopo picconata, in quasi tre millenni di ostinato e continuo lavoro, dagli Etruschi fino al XIX secolo. Oggi il percorso guidato si snoda nel cuore di queste cavità dove sono visibili ancora emozionanti tracce di antichità di epoca etrusca e medievale: in particolare sono di grande interesse i “colombai” ed i resti di un intero frantoio medievale completo di macine, pressa, focolare, mangiatoie per gli animali addetti alle macine.

Sightseeing

Una costruzione surreale, fatta di scale, passaggi attorcigliati, palcoscenici e anfiteatri: la città-teatro di Tommaso Buzzi. Nella seconda metà del Novecento, più precisamente nel dicembre 1957, l'architetto milanese Tomaso Buzzi acquisì la proprietà dell'intero complesso, creandovi accanto una "città ideale" che lo rappresentasse, una vera e propria allegoria escatologica dell'esistenza, adottando il linguaggio ermetico caratteristico dell'aristocrazia massonica del Settecento. Una villa delle meraviglie, che ricorda Bomarzo, intrisa di riferimenti esoterici e magici.
63 ντόπιοι το προτείνουν
Λα Σκαρτσουόλα
63 ντόπιοι το προτείνουν
Una costruzione surreale, fatta di scale, passaggi attorcigliati, palcoscenici e anfiteatri: la città-teatro di Tommaso Buzzi. Nella seconda metà del Novecento, più precisamente nel dicembre 1957, l'architetto milanese Tomaso Buzzi acquisì la proprietà dell'intero complesso, creandovi accanto una "città ideale" che lo rappresentasse, una vera e propria allegoria escatologica dell'esistenza, adottando il linguaggio ermetico caratteristico dell'aristocrazia massonica del Settecento. Una villa delle meraviglie, che ricorda Bomarzo, intrisa di riferimenti esoterici e magici.
Il duomo di Orvieto è uno dei massimi capolavori architettonici del tardo medioevo. Sulla bellissima facciata in stile gotico si ammirano decorazioni architettoniche che vanno dal XIV al XX secolo, comprendenti un grande rosone, mosaici dorati e tre maestose porte bronzee. L’interno è impreziosito da due cappelle affrescate da alcuni dei più grandi pittori italiani del periodo, tra le quali si può ammirare il famoso Giudizio Universale di Luca Signorelli. La posa della prima pietra nell’area in cui sorgevano la vecchia Cattedrale di S. Maria e la Chiesa capitolare di S. Costanzo avvenne nel 1290 per volontà di papa Niccolò IV, con l’intenzione di offrire degna collocazione al Corporale del miracolo di Bolsena.
96 ντόπιοι το προτείνουν
Καθεδρικός Ναός του Ορβιέτο
26 Piazza del Duomo
96 ντόπιοι το προτείνουν
Il duomo di Orvieto è uno dei massimi capolavori architettonici del tardo medioevo. Sulla bellissima facciata in stile gotico si ammirano decorazioni architettoniche che vanno dal XIV al XX secolo, comprendenti un grande rosone, mosaici dorati e tre maestose porte bronzee. L’interno è impreziosito da due cappelle affrescate da alcuni dei più grandi pittori italiani del periodo, tra le quali si può ammirare il famoso Giudizio Universale di Luca Signorelli. La posa della prima pietra nell’area in cui sorgevano la vecchia Cattedrale di S. Maria e la Chiesa capitolare di S. Costanzo avvenne nel 1290 per volontà di papa Niccolò IV, con l’intenzione di offrire degna collocazione al Corporale del miracolo di Bolsena.
Il Parco si estende su una superficie di circa 3 ettari, in una foresta di conifere e latifoglie. Al suo interno trovano posto un gran numero di sculture di varia grandezza ritraenti personaggi e animali mitologici, edifici che riprendono il mondo classico ignorando volutamente le regole prospettiche o estetiche, allo scopo di confondere il visitatore. Le sculture sono state realizzate in basalto, materiale disponibile in quantità massicce in loco; molte attrazioni sono contrassegnate da iscrizioni enigmatiche e misteriose, sopravvissute purtroppo in piccola parte. Non si conosce l'originario scopo con cui il parco è stato costruito: nel corso del tempo sono state formulate numerose ipotesi che vedrebbero il luogo come un "percorso iniziatico".
200 ντόπιοι το προτείνουν
Πάρκο Μόστρι
Località Giardino
200 ντόπιοι το προτείνουν
Il Parco si estende su una superficie di circa 3 ettari, in una foresta di conifere e latifoglie. Al suo interno trovano posto un gran numero di sculture di varia grandezza ritraenti personaggi e animali mitologici, edifici che riprendono il mondo classico ignorando volutamente le regole prospettiche o estetiche, allo scopo di confondere il visitatore. Le sculture sono state realizzate in basalto, materiale disponibile in quantità massicce in loco; molte attrazioni sono contrassegnate da iscrizioni enigmatiche e misteriose, sopravvissute purtroppo in piccola parte. Non si conosce l'originario scopo con cui il parco è stato costruito: nel corso del tempo sono state formulate numerose ipotesi che vedrebbero il luogo come un "percorso iniziatico".
Al centro di Orvieto, vicino ai giardini che comprendono resti etruschi, si trova il suggestivo e misterioso pozzo di San Patrizio, seconda attrazione cittadina dopo il Duomo. Il pozzo di San Patrizio, protagonista di numerosissime leggende popolari, venne realizzato nel XVI secolo per garantire acqua alla cittadina in ogni momento dell'anno, in caso di calamità oppure per un prolungato stato di assedio. L'area in cui fu edificato il pozzo è interessante da più punti di vista. Consigliamo la visita innanzi tutto per il suggestivo panorama che si può ammirare su tutta la valle orvietana ma anche per la vicinanza con il tempio etrusco del Belvedere e la rocca, oggi sistemata a giardino pubblico.
57 ντόπιοι το προτείνουν
Πηγάδι του Αγίου Πατρίκ
5B Piazza Cahen
57 ντόπιοι το προτείνουν
Al centro di Orvieto, vicino ai giardini che comprendono resti etruschi, si trova il suggestivo e misterioso pozzo di San Patrizio, seconda attrazione cittadina dopo il Duomo. Il pozzo di San Patrizio, protagonista di numerosissime leggende popolari, venne realizzato nel XVI secolo per garantire acqua alla cittadina in ogni momento dell'anno, in caso di calamità oppure per un prolungato stato di assedio. L'area in cui fu edificato il pozzo è interessante da più punti di vista. Consigliamo la visita innanzi tutto per il suggestivo panorama che si può ammirare su tutta la valle orvietana ma anche per la vicinanza con il tempio etrusco del Belvedere e la rocca, oggi sistemata a giardino pubblico.
Le rovine della città romana di Carsulae si trovano a breve distanza da Terni e dalla cittadina di Sangemini. Gli scavi, susseguiti in modo disordinato a partire dal XVI secolo, e culminati con le campagne intensive fra il 1951 e il 1972, hanno riportato in luce una grande quantità di monumenti e di strutture edilizie, oltre ad una serie di iscrizioni, dalle quali si ricava l’immagine di un municipio ricco e politicamente attivo, i cui abitanti erano retti da magistrature importanti e si riunivano in associazioni di categoria. l parco archeologico è immerso in un bellissimo paesaggio naturale e offre dunque la possibilità di sperimentare una visita storico-culturale in un ambiente davvero suggestivo.
Carsulae - Centro visite "Umberto Ciotti" e biglietteria
21 Via Carsulae
Le rovine della città romana di Carsulae si trovano a breve distanza da Terni e dalla cittadina di Sangemini. Gli scavi, susseguiti in modo disordinato a partire dal XVI secolo, e culminati con le campagne intensive fra il 1951 e il 1972, hanno riportato in luce una grande quantità di monumenti e di strutture edilizie, oltre ad una serie di iscrizioni, dalle quali si ricava l’immagine di un municipio ricco e politicamente attivo, i cui abitanti erano retti da magistrature importanti e si riunivano in associazioni di categoria. l parco archeologico è immerso in un bellissimo paesaggio naturale e offre dunque la possibilità di sperimentare una visita storico-culturale in un ambiente davvero suggestivo.

Parks & Nature

La Cascata delle Marmore è una della cascate più famose d'Italia. Si trova nella Valnerina, a poca distanza dalla città di Terni, nel meraviglioso Parco Naturale della Cascata delle Marmore. Se passate nelle vicinanze di Terni la Cascata è uno dei luoghi obbligatori da visitare: la sua bellezza ha affascinato nel corso dei secoli poeti e scrittori, e continua ad affascinare ogni anno migliaia di turisti che decidono di visitarla.
113 ντόπιοι το προτείνουν
Marmore Falls
113 ντόπιοι το προτείνουν
La Cascata delle Marmore è una della cascate più famose d'Italia. Si trova nella Valnerina, a poca distanza dalla città di Terni, nel meraviglioso Parco Naturale della Cascata delle Marmore. Se passate nelle vicinanze di Terni la Cascata è uno dei luoghi obbligatori da visitare: la sua bellezza ha affascinato nel corso dei secoli poeti e scrittori, e continua ad affascinare ogni anno migliaia di turisti che decidono di visitarla.
E' il più grande lago di origine vulcanica d’Europa, si è formato infatti con il crollo dell’apparato vulcanico Vulsinio, il quale in seguito alle eruzioni laviche si è svuotato ed è crollato su se stesso, formando un’enorme caldera, lentamente riempita dall'acqua. Nel lago vi sono sono molti pesci e di varie specie.I principali presenti attualmente sono: l’ottimo coregone, il luccio, il persico reale, il persico trota, la carpa, la tinca, la scardola (qui chiamata impropriamente lasca) e infine il piccolo latterino. Sulle rive del lago di Bolsena sono sorte numerose piccole trattorie, spesso nelle vecchie capanne dei pescatori, dove si possono gustare piatti a base di pesce del lago.
243 ντόπιοι το προτείνουν
Λίμνη Μπολσένα
243 ντόπιοι το προτείνουν
E' il più grande lago di origine vulcanica d’Europa, si è formato infatti con il crollo dell’apparato vulcanico Vulsinio, il quale in seguito alle eruzioni laviche si è svuotato ed è crollato su se stesso, formando un’enorme caldera, lentamente riempita dall'acqua. Nel lago vi sono sono molti pesci e di varie specie.I principali presenti attualmente sono: l’ottimo coregone, il luccio, il persico reale, il persico trota, la carpa, la tinca, la scardola (qui chiamata impropriamente lasca) e infine il piccolo latterino. Sulle rive del lago di Bolsena sono sorte numerose piccole trattorie, spesso nelle vecchie capanne dei pescatori, dove si possono gustare piatti a base di pesce del lago.
L’Oasi WWF del lago di Alviano, comprende tutti gli ambienti tipici delle zone umide ad acqua dolce: palude, stagno, acquitrini, marcita, bosco igrofilo, tra i più estesi dell’Italia centrale e custodisce ambienti acquatici scomparsi da oltre un secolo. Proprio per questo motivo ha un valore speciale, perché con i suoi 900 ettari protegge dalla caccia e dalla speculazione edilizia questo scrigno di biodiversità unico. L’Oasi di Alviano oltre ad essere una fondamentale zona di sosta durante il passaggio migratorio, è anche un sito di particolare interesse per la nidificazione di numerose specie di uccelli, in particolare ospita una delle più importanti garzaie d’Italia, in cui nidificano: airone guardabuoi, nitticora, airone cenerino, garzetta e sgarza ciuffetto con un totale di oltre 200 nidi. Tra i mammiferi, abitano l’Oasi, la volpe, il cinghiale, il tasso, l’istrice, il riccio e lo scoiattolo europeo.
8 ντόπιοι το προτείνουν
Lac d'Alviano
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L’Oasi WWF del lago di Alviano, comprende tutti gli ambienti tipici delle zone umide ad acqua dolce: palude, stagno, acquitrini, marcita, bosco igrofilo, tra i più estesi dell’Italia centrale e custodisce ambienti acquatici scomparsi da oltre un secolo. Proprio per questo motivo ha un valore speciale, perché con i suoi 900 ettari protegge dalla caccia e dalla speculazione edilizia questo scrigno di biodiversità unico. L’Oasi di Alviano oltre ad essere una fondamentale zona di sosta durante il passaggio migratorio, è anche un sito di particolare interesse per la nidificazione di numerose specie di uccelli, in particolare ospita una delle più importanti garzaie d’Italia, in cui nidificano: airone guardabuoi, nitticora, airone cenerino, garzetta e sgarza ciuffetto con un totale di oltre 200 nidi. Tra i mammiferi, abitano l’Oasi, la volpe, il cinghiale, il tasso, l’istrice, il riccio e lo scoiattolo europeo.
Proprio sotto l’imponente castello di Torre Alfina, nella zona Acquapendente, in provincia di Viterbo, sorge il magico bosco del Sasseto. Il bosco è un luogo dal fascino unico, già utilizzato come set cinematografico e scenario per eventi di teatro itinerante: una foresta vetusta dove convivono il faggio, l’olmo, l’acero di monte, il leccio e l’albero della manna, insieme ad altre 30 specie di alberi, in uno scrigno di biodiversità di flora e fauna. Il nome del bosco si deve ai tanti massi lavici originati da un antico vulcano. Tra i massi sono cresciuti alberi centenari alti oltre 25 metri e con diametri superiori al metro. Il luogo si ammanta di una atmosfera particolare e fantastica grazie alle forme contorte degli alberi, i grandi tronchi a terra, i manti di muschi e felci e un ricco sottobosco, che in primavera dispensa molteplici fioriture.
9 ντόπιοι το προτείνουν
Bosco del Sasseto
19 Via al Piazzale San Angelo
9 ντόπιοι το προτείνουν
Proprio sotto l’imponente castello di Torre Alfina, nella zona Acquapendente, in provincia di Viterbo, sorge il magico bosco del Sasseto. Il bosco è un luogo dal fascino unico, già utilizzato come set cinematografico e scenario per eventi di teatro itinerante: una foresta vetusta dove convivono il faggio, l’olmo, l’acero di monte, il leccio e l’albero della manna, insieme ad altre 30 specie di alberi, in uno scrigno di biodiversità di flora e fauna. Il nome del bosco si deve ai tanti massi lavici originati da un antico vulcano. Tra i massi sono cresciuti alberi centenari alti oltre 25 metri e con diametri superiori al metro. Il luogo si ammanta di una atmosfera particolare e fantastica grazie alle forme contorte degli alberi, i grandi tronchi a terra, i manti di muschi e felci e un ricco sottobosco, che in primavera dispensa molteplici fioriture.